Cuir Mauresque, Iris Silver Mist, Sarrasins (Lutens)
Grazie alla cara Marinella, che me ne aveva fatto alcuni decant, sono partita con una manciata di fragranze di Lutens nello zaino: Iris Silver Mist, Cuir Mauresque, Sarrasins, Le Lys, La Myrrhe, Encens et Lavande, Tubereuse Criminelle. Così ho potuto provarle con calma. Anzi abbiamo potuto, perché ho avuto un volenteroso aiutante ;-). Le abbiamo provate tutte a rotazione, soprattutto di sera perché il clima torrido non gli avrebbe permesso di esprimersi al meglio. E nonostante questo, alcune andranno riprovate ancora, con climi più freschi.
Comincerei con quella che ha riscosso maggiore successo (abbiamo finito il vial), Cuir Mauresque. Mi ha ricordato il Cuir Ambre di Prada (che ovviamente è nato dopo) per quella nota muschiata che lo rende animale, quasi urinoso (si dirà? mah). Molto “sporco” ed interessante, da non riuscire a smettere di annusarsi, e comunque “sporco” di una raffinatezza estrema, assolutamente non casuale, frutto della stessa scelta che accomuna chi ama i tartufi e il brie francese. Non posso assolutamente prendere un altro profumo al cuoio. Però potrei spacciarlo come regalo per mio marito. Gli è piaciuto così tanto che quasi se lo merita… e ogni tanto lo indosserei anch’io.
Un altro che avevo voglia di provare era Iris Silver Mist. L’iris non è la mia nota preferita, a volte dà una sensazione di stantìo che m’infastidisce e mi allontana. Solo i profumi in cui l’iris è protagonista, in genere mi piacciono; lì dove l’iris è tagliato “al vivo” cioè è protagonista assoluto, e canta con una voce “sola” di cui viene esaminata una singola sfaccettatura. Nell’Orris di Tauer ad esempio la parte resinosa e pungente risalta accostata all’incenso, mentre l’Iris di The Different Company, che per me è il migliore, è soffusamente polveroso con un sottofondo fiorito-legnoso, mentre quello di Divine è sorprendentemente pulito, boscoso-metallico, e l’Iris Poudre di Malle, un boscoso-verde.
Mi piacciono tutte, ma secondo me è l’Iris Gris di Fath, che ha creato le basi per Iris Silver Mist di Lutens. Perché l’iris è reso in maniera aromatica, vigorosa. Molto “vecchio stile” -non nel senso di “retro”, piuttosto di “Grande Scuola”- è elegante con il preciso intento di esserlo: rasatura appena fatta, camicia bianca con le iniziali e cravatta di Finollo o Marinella. Niente understatement, né esibizionismo: puro e semplice stile. Non il mio tipo, ma una gran fragranza con cui uscire qualche volta. Al mattino, però.
Sarrasins si è rivelato un po’ una delusione; ha un avvio che sembra condensare le note più voluttuose e carnali di Datura Noir, con gelsomino mandorle, vaniglia, e secondo me anche fiore di Datura, ma presto la mandorla dolce sovrasta tutto il resto e lo rende molto meno complesso ed interessante di quello che avrebbe potuto essere. Come se le premesse ci fossero tutte, ma poi mancasse il coraggio di approfondire il tema fino in fondo. Peccato, in mezzo alla marea di fioriti fruttati dolci e rassicuranti, mi sarebbe piaciuto trovarne uno che urla “carne!”, uno con il fegato di portare il tema fiorito-fruttato fino all’ipnosi mistica in maniera convincente. Se non lo fa Monsieur Lutens, chi altro mai dovrebbe farlo? Forse era la magia del duo Lutens-Sheldrake a regalare struttura anche alle fragranze più oniriche?
Comincerei con quella che ha riscosso maggiore successo (abbiamo finito il vial), Cuir Mauresque. Mi ha ricordato il Cuir Ambre di Prada (che ovviamente è nato dopo) per quella nota muschiata che lo rende animale, quasi urinoso (si dirà? mah). Molto “sporco” ed interessante, da non riuscire a smettere di annusarsi, e comunque “sporco” di una raffinatezza estrema, assolutamente non casuale, frutto della stessa scelta che accomuna chi ama i tartufi e il brie francese. Non posso assolutamente prendere un altro profumo al cuoio. Però potrei spacciarlo come regalo per mio marito. Gli è piaciuto così tanto che quasi se lo merita… e ogni tanto lo indosserei anch’io.
Un altro che avevo voglia di provare era Iris Silver Mist. L’iris non è la mia nota preferita, a volte dà una sensazione di stantìo che m’infastidisce e mi allontana. Solo i profumi in cui l’iris è protagonista, in genere mi piacciono; lì dove l’iris è tagliato “al vivo” cioè è protagonista assoluto, e canta con una voce “sola” di cui viene esaminata una singola sfaccettatura. Nell’Orris di Tauer ad esempio la parte resinosa e pungente risalta accostata all’incenso, mentre l’Iris di The Different Company, che per me è il migliore, è soffusamente polveroso con un sottofondo fiorito-legnoso, mentre quello di Divine è sorprendentemente pulito, boscoso-metallico, e l’Iris Poudre di Malle, un boscoso-verde.
Mi piacciono tutte, ma secondo me è l’Iris Gris di Fath, che ha creato le basi per Iris Silver Mist di Lutens. Perché l’iris è reso in maniera aromatica, vigorosa. Molto “vecchio stile” -non nel senso di “retro”, piuttosto di “Grande Scuola”- è elegante con il preciso intento di esserlo: rasatura appena fatta, camicia bianca con le iniziali e cravatta di Finollo o Marinella. Niente understatement, né esibizionismo: puro e semplice stile. Non il mio tipo, ma una gran fragranza con cui uscire qualche volta. Al mattino, però.
Sarrasins si è rivelato un po’ una delusione; ha un avvio che sembra condensare le note più voluttuose e carnali di Datura Noir, con gelsomino mandorle, vaniglia, e secondo me anche fiore di Datura, ma presto la mandorla dolce sovrasta tutto il resto e lo rende molto meno complesso ed interessante di quello che avrebbe potuto essere. Come se le premesse ci fossero tutte, ma poi mancasse il coraggio di approfondire il tema fino in fondo. Peccato, in mezzo alla marea di fioriti fruttati dolci e rassicuranti, mi sarebbe piaciuto trovarne uno che urla “carne!”, uno con il fegato di portare il tema fiorito-fruttato fino all’ipnosi mistica in maniera convincente. Se non lo fa Monsieur Lutens, chi altro mai dovrebbe farlo? Forse era la magia del duo Lutens-Sheldrake a regalare struttura anche alle fragranze più oniriche?
(segue)
Commenti
che piacere rileggerti dopo la pausa estiva!
Cuir Mauresque lo sentito nella versione di prova solida che mandano da Parigi: che bello che è,
mi ricorda un pò english leather di creed ma lo trovo più interessante e come hai detto tu più sporco e animale...penso che ne ordinerò qualche litro! eheh
Posso solo dire che gli ultimissimi di Lutens...Sarrasins e company, hanno tutti qualcosa di troppo simile ad altri della stessa casa....questo mi lascia un po' perplesso e mi dico...."buttane fuori meno Serge, però falli più originali", poi va a finire che li compro perchè rimangono profumi di qualità.
Un saluto a tutti i lettori!!
quello di Lutens ha sentor di cuoio invecchiato, lasciato asciugare al sole e quindi più delicato e meditativo mentre il Mecheri è un'esuberante calice di pellame giovane e cuoio appena uscito da una conceria, forse ancora più ferino. persistenza a dir poco eccessiva, però....
ps: bentornata :-)!
gretel
Baci
LiB
Turin gli dà addirittura cinque stelle sulla Guida, su di me purtroppo sembra un "vorrei ma non posso". Forse la mia pelle non lo fa risaltare com'era stato pensato, o forse sono io che non l'ho capito. Lo riproverò in autunno.
Claudio, pensa che, stimolata da un post dell'altro giorno, sono andata a provare qualche Creed e English Leather è uno dei due che ho provato a pelle! Quello di Lutens mi piace di più perchè lo sento più animale, involontariamente elegante come una tigre, mentre il Creed è una pelle ruvida e raffinata, di un'eleganza voluta e ricercata. Bello, ma va in una direzione che per ora mi interessa meno.
Gretel, A Fleur de Peau non lo conosco ma lo proverò senz'altro. Chi è che diceva "Copiare è una delle più genuine manifestazioni di ammirazione"?
Adjiumi, allora gli vogliamo scrivere? :-)))
da dove partire... troppa carne al fuoco stavolta!!!
Ti dico solo di Iris Silver Mist: l'iris invece è una delle mie note preferite, fiorito e non fiorito (infatti si usa la radice, voce regina seppur muta, sguardo magnetico anche dietro a un velo. Materia così preziosa da far brillare le altre note se usata in piccole dosi e da essere imponente se usata in dosi massicce, in pochi però ne hanno saputo rendere bene le caratteristiche: ad esempio quello di different conpany a me piace davvero poco, lo trovo troppo bois e poco iris, troppo legno anoressico e salato e poco fiore da fartici sprofondare il naso fino all'ebrezza. Mi piaciono invece L'homme de coeur, un iris maschile ma sorprendente, e pure il criticatissimo da Turin Hiris della nostra amica Olivia ;) Anche l'orris di tauer non è male ma secondo me troppo incenso... Iris Silver Mist è geniale e riprende lo stesso concetto usato anche dalla Giacobetti (anche se in ISM è meglio espresso) dove la terrosità, l'essere tubero dell'iris è reso dalla nota della carota che lo rende unico.
Ultima butade, come puoi immaginare adoro anche Cuir Mauresque :)
E quando mi dici che pensi di Fumerie Turque che è stato il mio primo amore tra i Lutens?
Magnifiscent