Bleu, il nuovo maschile di Chanel

Ero in Francia, e dopo una settimana di natura incontaminata e profumi selvaggi sentivo il bisogno di un pò di profumo artificiale. Mi ero portata una dozzina di fialette da provare in mezzo ai boschi (poi vi parlerò dei due Kilian che mi sono piaciuti e dei due Kurkdjian su cui sto ancora meditando), ma le fialette non bastavano, ci voleva un rinforzino, così sono entrata in una profumeria normale.
E ho scoperto che Bleu, il nuovo maschile di Chanel, in Francia è già uscito. Triplo evviva!
L'ultima uscita Chanel (Allure homme) è del  1999 e se eccettuiamo alcuni flankers tipo l'Edition Blanche, un maschile interamente nuovo, cioè una nuova visione dell' Uomo-Chanel  mancava da ben 11 anni.
Giusto per ricapitolare, i quattro moschettieri Chanel sono
- Pour Monsieur (1955, Henri Robert), una fragranza classica, uno chypre maschile proporzionatissimo, in cui spiccano agrumi e vetiver resi brillanti dalle aldeidi, con un bel muschio di quercia sul fondo (non ho sentito la riformulazione recente, che immagino abbia tolto il muschio di quercia). Ancora molto amato e a ragione, perchè è uno spettacolo.
- Antaeus (1981, Jacques Polge), una meraviglia statuaria calma, serena, maestosa che parte dagli aromi del giardino per terminare in un bosco di legni preziosi, arricchiti da un accordo ambrato sandalo/labdano che dura una vita ed è irrresistibile.
- Egoiste (1990, sempre Jacques Polge), un legnoso speziato di grande personalità, caratterizzato da una geniale nota di coriandolo, per me uno dei più bei profumi maschili mai creati: secco, appuntito, ironico, perfetto anche su una donna.
- Allure (1999, sempre Jacques Polge) non è che si possa definire un monolite di originalità: la testa agrumata su base legnosa è tipica di molti maschili già sentiti, ma io lo trovo comunque piacevole, molto indossabile, longevo, insomma, magari non all'altezza dei tre che lo hanno preceduto ma sicuramente degno di portare il nome Chanel.
Ecco, Bleu, non è degno di stare nemmeno sullo stesso scaffale. Mi dispiace, io in genere non scrivo queste cose ma... ca@@o, si tratta di uno Chanel che aspettavamo da 11 anni! Si tratta di C-H-A-N-E-L, ero o non ero autorizzata ad avere aspettative alte?
Non è colpa di Polge nè di Sheldrake, che sono due genii.  Qui è evidentemente un problema di brief: "Dovete stare sotto la cifra tot". Beh, sotto la cifra tot (che immagino intorno ai 10-12 euro al kg.) anche se ti chiami Polge/Sheldrake, puoi fare solo un profumo come questo: una colonia aromatica come ce ne sono tante, con lavanda, forse rosmarino e salvia (ma potrebbe essere una qualità più bassa di lavanda, tipo un lavandino, scarno, metallico), qualche legno sulla cui naturalezza non mi sento di giurare, un pò di molecoline sintetiche per cucire il tutto. Forse Chanel intende allargare la forbice: gli Exclusifs sempre più esclusivi, la linea commerciale, davvero troppo commerciale. Sì, una strategia di marketing ce la vedo, dietro. Ma non mi piace.

Commenti

ADJIUMI ha detto…
Ciao amica, me lo avevi anticipato....e il tuo commento si va a sommare a molti altri, pessimi, sparsi sul web.
Un vero peccato!!!
marzipan ha detto…
Mia cara, il marketing fa quello che tutta la società sta facendo, polarizzare le risorse in una fascia sempre più stretta, lasciando il mainstream ai cinesi. E quello che sta in mezzo tra il lusso estremo e la massa? Evidentemente non ce n'è più bisogno.
Tamberlick ha detto…
Caspiata, anche io avevo aspettative alte.
Anche Acqua di Parma mi ha deluso. Hai sentito quello nuovo? Uno stereotipo. Di cosa non so, ma mi ha dato quella sensazione.
Anna Maria ha detto…
no comment :-(
non l'ho sentito ma tra te e Ambre gris non mi invogliate a farlo
Bigklaus ha detto…
Intanto vorrei muovere una critica al tuo salotto, qualche tempo fa ho postato forse in maniera troppo diffusa e dilatata di una sniffata in una nuova profumeria della mia città ma tutto è andato perso perchè Google ha detto che ero stato troppo lungo.

Quanto a suesposto io sono un fan dei commercialissimi Chanel, ho Pour monsieur, e anche la versione Concentree, e Antaeus che è tra i miei primi amori. Lo tradisco tutti i giorni ma la sua boccetta nera sulla mensola mi da sicurezza quando non so che giornata mi aspetta. Aggiungerei a quanto tu hai sapientemente descritto che nel bosco di Antaeus avverto anche dei frutti rossi tipici del sottobosco estivo.

Non si può evere una mail di riferimento dove poter scrivere senza paura di sforare e di veder perso tutta la mia voglia di far bella figura con i tuoi ospiti del salotto...

Con la stima di sempre.
Bigklaus
Bigklaus ha detto…
Sempre comodissimo il tuo salotto, oggi ho preso posto sulla poltrona imbottita color vinaccia, ho allungato i piedi sul pouf e anche se la signora elegante vicino alla finestra nasconde uno sbadiglio portando pollice e indice verso gli zigomi ti dico le ultime fragranze che mi sono preso.
Tu hai il concorso di colpa perchè quando andavo da Sephora non spendevo così, però ora sono molto piu soddisfatto.

Boudelaire di Byredo che con i tendaggi damascati del tuo salotto farebbe un figurone.

Traditional Lavander di Czech&Speake la sera indossi una lavanda austera elegante e classicissima e la mattina ti svegli nella custodia di cuoio del binocolo del nonno...

Paradisi di Czech&Speake perchè ero stufo di Acqua di Parma.
Ho provato anche Green e Palermo di Byredo e uso un aforisma di Nietzche "non si è mai visto un aquila curarsi del volo di un passero".
La signora elegante sembra bisbigli, ma credo sia il suo modo di russare.
Dei Profumi del Forte, di CUBA e degli Etat-li-do ti racconto la prossima...

Take care
Bigklaus
Marika Vecchiattini ha detto…
Amici, io sono rimasta così male... non ci potevo credere, quando l'ho sentito.
Se avete voglia di leggere il commento di Six nel post in inglese qui sotto, leggerete che la sensazione è che il povero Polge abbia faticato per trattenere una lacrima, alla vista del brief.

Marzi, ci sarebbe da allungare ed estendere le tue riflessioni!

Caro Bigklaus, Chanel, fino a poco tempo fa, pur creando fragranze a distribuzione commerciale, era un pò un caso a sè, perchè possedendo una tradizione di marchio antica, riconoscibile, e avendo creato fragranze bellissime tuttora in circolazione, in qualche modo ha sempre fatto parte più del versante "arte" che del versante "industria". Quello che mi (ci) fa arrabbiare è che stia cambiando versante con una certa decisione, negli ultimi anni. Non bastava la scomparsa delle fragranze Guerlain, di Caron e di altri marchi? Cavolo, Chanel manteneva le sue coltivazioni di gelsomini a Grasse (le ho viste) e sai quanto costa il Jasmin Pays e che qualità subime ha? Se persino Chanel ha deciso di abbassare le sue fragranze al livello qualitativo di Lancome o DolceGabbana per me è davvero triste.

I miei suggerimenti sulle lavande, nell'altro post li avevi visti? Se ti piace la custodia cuoiata dei binocoli, prova Ten di Knize. Lo tieni addosso un paio d'ore e poi ne riparliamo... :-)
E a proposito di Acqua di Parma, io non ho ancora sentito le novità, ma Tamberlick qui sopra non sembra molto contento.

"Tu hai il concorso di colpa perchè quando andavo da Sephora non spendevo così, però ora sono molto piu soddisfatto." ecco, quando ricevo una frase come questa mi esce un sorriso, ma un sorriso... non per la parte "spesa" (ognuno conosce la proprie, di tasche) ma per la parte "soddisfazione". E' esattamente quella, ciò di cui parliamo qui.

per tutti: La mail va bene ma perchè non condividere qui tutte le riflessioni? Se avete paura che Google vi chiuda la sessione perchè ci avete messo troppo, quando avete finito di scrivere il commento, evidenziatelo e fate "copia", così lo avete pronto nel mouse nel caso qualcosa vada storto: non dovrete fare altro che aprirne un altro dirgli "incolla".
In ogni caso, la mia mail è in home page, alto a destra: vedete un AT invece che una @ solo per non finire spammata da mezzo mondo!
Tamberlick ha detto…
"The marketing people said Bois Noir wasn't a good name, so they chose Egoïste instead"

E' nell'intervista a Polge segnalata da Six e secondo me individuerebbe bene un problema che a sua volta potrebbe svelare una terribile realtà.
Sto riguardando in questi giorni le repliche del mio telefilm preferito, The West Wing. Racconta la vita quotidiana tra affari di ordinaria e straordinaria amministrazione dell'ala ovest della Casa Bianca. Quando ricorre il tema elettorale oppure la necessità di conoscere l'opinione pubblica, ogni volta resto scioccato dall'importanza che viene data a i sondaggi. West Wing è un telefilm molto verosimile.
Probabilmente anche nella profumeria, per quanto riguarda almeno i grandi marchi di moda, che hanno come target "il popolo da grande magazzino" e come mission quella di massimizzare i profitti, ha più peso uno studio di indagini di mercato che la fantasia di un naso (per citare ancora Polge).
Se così fosse sarebbe un grave atto di sfiducia nei confronti del profumo come manifestazione di creatività.
Questo sarebbe il problema. La terribile realtà, invece, che per esserci un'indagine di mercato ci dovrebbero essere chiare indicazioni di preferenza del pubblico; e se Bleu cerca di corrisponder loro, saremmo al cospetto di un desolante indice di impoverimento olfattivo della gente. Certo, ci si potrebbe anche chiedere: quanto hanno influito gli stessi grandi marchi, nel solco magari del "minor costo", a semplificare le papille olfattive della coscienza colletiva?
Questioni di Lana caprina che richiederebbero un bel capitolo di psicologia sociale in un manuale di sociologia del profumo giusto per capire come si possano fare pazzie per un'Acqua di giò, un Allure sport o un Fahreneit 32(!!!) - immonda schifezza cui Dior ha solo in parte riparato con l'Absolute.
Eppure, ne riflettevo a più riprese con Gretel, Guerlain non ha smesso di fare grandi profumi: basta sniffare la linea Art et Matière per rendersene conto...

Acqua di Parma è come Creed: uno di quei marchi "borderline" che ancora si struggono in un dubbio amletico: "Divento commerciale o resto nella c.d. nicchia?"

Tu che ne pensi?
Tamberlick ha detto…
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Tamberlick ha detto…
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Anonimo ha detto…
Io l'ho annusato e mi piace. Penso che sarà il mio prossimo profumo: adoro.
Nell'elenco hai dimenticato il profumo migliore di Chanel, forse il migliore tra tutti i profumi esistenti da uomo mai creati,"Platinum"...Non sono riusciti ancora a creare un profumo che potesse eguagliarlo.
Marika Vecchiattini ha detto…
Ciao Tamber, qui sopra ho eliminato due tuoi commenti che ho pubblicato doppi per sbaglio. Ho lasciato quello intero. Hai ragione praticamente su tutto, e ti ribadisco la riflessione sulla forbice che si allarga: l'esclusivo, sempre più esclusivo, la massa, sempre più massa. Le grandi multinazionali devono vendere i loro prodotti per raggiungere il target finanziario fissato dalla casa madre, quindi i loro prodotti devono essere scelti e comprati da masse di consumatori di tutto il mondo, e se si riesce ad uniformare il loro gusto è meglio, così si va sul sicuro e gli si offre solo cose che loro gradiranno. Così fanno uscire fragranze non particolarmente "sfidanti" o creative, e lasciano che il naso e il cervello dei consumatori si assopiscano tranquillamente, senza mai fargli fare un sussulto. Hai visto cosa succede quando esce qualcosa che "rompe" le regole come Angel o Hypnotic Poison? Successo travolgente, che crea un trend pazzesco. Ma questi sono casi, in genere le multinazionali dei profumi mancano di lungimiranza in un modo preoccupante.

Ciao lettore anonimo, e benvenuto/a! Sì, poi la fragranza in sè può risultare anche piacevole ed indossabile, io non ne stavo facendo un problema di gusto personale, ma di creatività, di qualità della composizione e delle materie prime scelte -tutte caratteristiche oggettive, non legate al mi piace/non mi piace. Sono caratteristiche che non ho trovato all'altezza del marchio Chanel, tutto qui. Non è necessario che una fragranza sia un'opera d'arte indiscussa, per starci bene dentro, se ti piace la sensazione che ti dà, fai benissimo ad indossarla lo stesso!
Biagio ha detto…
Forse non ha raggiunto la perfezione di "Platinum", però anche questo ultimo profumo di Chanel lo trovo buonissimo e di altissimo livello.
Anonimo ha detto…
Leggo da qualche tempo questo blog con grande interesse: mi piacciono i profumi, mi tiene aggiornata, scatena la mia curiosità ed è "frequentato" da informatissimi! Ad un anno di distanza da questo post lascio il mio primo commento ufficiale (evviva, rompo il ghiaccio!), perché proprio ieri sono incappata nella Top Ten selling fragrances di una grande catena di profumerie: da nov 2010 questo Chanel è SEMPRE stato fra i primi tre maschili, in buona compagnia (Acqua di Gio e Boss o D&G)... B&B, hai proprio ragione: da Chanel abbiamo il dovere morale di pretendere di più!
Grazie mille a tutti per i vostri buoni consigli!

Roxy
David ha detto…
Rispetto le critiche e i commenti di chi certamente ne sa più di me, ma da amante dei "grandi classici" e comunque cultore dei BUONI profumi, devo dire che BLEU di Chanel mi ha colpito positivamente, veramente una bellezza inaspettata...
Purtroppo pecca di poca persistenza, co vorrebbe una versione "Intense" o EDP... Ma ad ogni modo, gran blella fragranza, niente a che vedere, secondo me, con le pessime colonie stile Acqua di Giò, D&G Blue Light, etc etc...

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