I Muschi (1 di 2)


Dopo aver annusato tutte le fialette di molecole sintetiche che mi ero fatta mandare da un sito americano mi sono resa conto che un buon 30% erano muschi. L’ho scoperto andando a fare un giro online per prendere più informazioni possibili sulle molecole, per capire come e dove vengono impiegate, e ho trovato che i muschi sono una categoria di odori molto eterogenea, e di certo elettrizzante.
Ho fatto un po’ di ricerca e ho scoperto che i primi muschi sintetici furono i nitromuschi. Nitro perchè derivano dalla nitroglicerina: a fine ‘800 il chimico Albert Bauer stava studiando un nuovo tipo di esplosivi quando si accorse che profumavano di buono. Nacquero così il Musk Ketone, Musk Xylene, Musk Ambrette, Moskene e Musk Tibetene, diversi tra loro ma caldi, sensuali, con un aspetto polveroso e dolce. Fino a quel momento il muschio veniva estratto per lo più dalle ghiandole sessuali di animali come lo zibetto ed un piccolo cervo asiatico (detto per inciso, entrambi si stanno estinguendo quindi... viva la sintesi!). Dopo qualche anno i muschi sintetici iniziarono a guadagnarsi la dignità necessaria ad entrare in profumeria: uno dei più famosi profumi con una forte base di Musk Ketone è il N.5 di Chanel, creato da Ernest Beaux. Anche il caro, vecchio Brut di Fabergè ha una base di Musk Ketone. L’Air du Temps di Nina Ricci invece aveva una base di Musk Ambrette. Per i cinquant’anni seguenti, questi muschi costituirono la base muschiata di tutti i profumi, anche perché erano immensamente meno costosi della versione naturale.
Tra i miei flaconcini c’era il Musk Ketone, rassicurante e sensuale, di cui i miei appunti riportano “mi allarga la pancia e me la riempie di dolcezza; mi ricorda l’odore del seno della mamma, latte e corpo caldo che mi fa sorridere beatamente”. Oggi i nitromuschi non sono più usati perché non sono biodegradabili e quindi tendono ad accumularsi nell’ambiente con risultati ancora non ben chiariti (ma potenzialmente preoccupanti), inoltre possono dare reazioni neurotossiche e di fotosensibilizzazione. C’è un interessante dossier di Greenpeace sui pericoli dell’accumulo delle molecole componenti i muschi nell’ambiente. Lo potete trovare qui
Bisogna dire che il pericolo è dovuto più all’utilizzo massiccio di detergenti ed ammorbidenti al muschio che ad ogni lavatrice si riversano nel sistema fognario finendo poi nei fiumi e in mare, piuttsto che all’uso in profumeria. Anche perchè queste meravigliose, poetiche, potentissime molecole sono state messe al bando in tutto il mondo dagli anni ’80 e tra un anno o poco più non verranno più prodotte. E quindi già da parecchio tempo, in vista di questo bando (che metterebbe fuori commercio molte fragranze) la maggior parte delle formule storiche sono state cambiate.
Tra la fine degli anni ’50 e la metà dei ’60 apparve un altro genere di muschi: i muschi policiclici come Celestolide, Fixolide, Tonalide, Galaxolide, usati soprattutto nei muschi bianchi, più freschi, come ripuliti dalla sensuale animalità dei nitromuschi. Tra i miei flaconcini c’era il Galaxolide, di cui ho sentito un leggerissimo, appena percettibile aroma pulito di fiori leggermente muschiati, una cosa tipo il Musc Alizè di CSP, ma sussurrato. E’ l’ingrediente principale di Tresor di Lancome, di Parfum Sacrè di Caron e di White Linen di Estèe Lauder. Poiché anche questi risultavano essere dannosi per l’ambiente e quindi a richio di bando, negli anni ’90 vennero scoperti i muschi macrociclici, più ecocompatibili.
(segue)


Commenti

Anonimo ha detto…
ode a B&B!! :-)

per i profumi al muschio vado matta,ma sono cosciente di non aver mai annusato i muschi originali e "nature"...nel libro di Chandler Burr "l'Imperatore del profumo" ci sono parecchi riferimenti a profumi rieditati a cui han cambiato componenti e che, putroppo, nel "cambio" ci han perso parecchio...
Mercoledì mi diceva che ha notato una differenza sostanziale tra il musk oil della khiel's vecchia versione ( pare utilizzassero davvero il muschio animale) e quella nuova, insipida e tranquilla...grazie Murugan per questo bellissimo post!
ps: hai per caso percepito un muschio sintetico che sappia di lacca per capelli? certi profumi al muschio a me lo rammentano eccome! :-)
ADJIUMI ha detto…
Ottimo articolo amica SKAND@, io ho capito che i muschi non fanno per me, quasi non li percepisco, e quando capita....mi rendo conto che non è il mio profumo,è come quando provo un bel vestito, è della mia taglia, mi sta abbastanza bene....ma il mio sguardo va sempre a cercare altro, altro da provare.
Ho provato pochi giorni fa quello di nasomatto, niente da fare, il Lutens lo ho, è molto interessante ma non lo metto quasi mai, quello di blancheide è buono, pulito, sa di biancherei soffice...l'ho regalato al mio caro amico....Acampora, buonissimo, ecco, quello lo porterei, ma solo se restasse come i primi momenti, poi diventa troppo dolce.
Marika Vecchiattini ha detto…
Ciao gretel! Secondo me la lacca per capelli potrebbe più essere qualche aldeide, anche se non escludo che possa essere un muschio: d'altronde io non li ho (ancora) annusati tutti!
Tra quelli di cui conosco la formula vecchia, il N.5 di Chanel è sorprendente: la differenza è percettibile in maniera molto chiara (a scapito della versisne moderna, s'intende!). Del Kiehl's ho sentito solo la versione nuova e l'"animale" non l'ho proprio sentito, ma proprio per niente, sob! Chissà com'era prima... per questo ultimamente sono sul versante vintage: almeno posso confrontare le versioni e capire meglio.
Marika Vecchiattini ha detto…
Adjiumi, lo sai che una percentuale nemmeno piccola della popolazione, è selettivamente anosmica, cioè non riconosce/non sente solo certe categorie di essenze, e i muschi sono tra le sostanze odorose che più frequentemente non vengono riconosciute? Sei in buona compagnia!
Il muschio di Blancheide mi manca, ma se sa di biancheria pulita mi sa che non faccia per me. Quello di Lutens non lo comprerei, quello di Acampora... roarr!!! come sai è uno dei miei preferiti. Per me il muschio deve sapere di pelle, di calore animale: anche se i muschi bianchi mi piacciono non mi emozionano, non li sento affini a me; dopo due ore devo passare a qualcosa di più corposo. Il secondo post sui muschi sta per arrivare!
Diakranis ha detto…
lo vuoi sapere che io il muschio di acampora lo sento poco e niente?? mi viene il dubbio di non poterlo sentire...

Adoro il n.5 di chanel, ma non ho mai sentito quello vecchio.. sarebbe bello poterlo fare!! :-)
Stefania ha detto…
Non ho mai apprezzato i profumi al muschio finchè non ho assaporato musk di Villoresi, oserei dire un capolavoro della profaumeria artigiana!
Marika Vecchiattini ha detto…
Stefania anche a me è piaciuto il Musk di Villoresi (ne avevo scritto qui http://bergamottoebenzoino.blogspot.com/2007/06/musk-lorenzo-villoresi.html). Lo trovo così originale!
Marinella, per il N.5 vediamo che cosa si può fare la prossima volta che ci vediamo...
Anonimo ha detto…
...quindi è possibile che il primo Parfum Sacré (che io presi quando era appena uscito a Parigi, fu il mio primo profumo non da ragazzina) avesse una sfumatura differente dall'attuale (che mi sembra leggermente più "spigoloso")...
Profumo che adoro, un abito olfattivo sontuoso per una femminilità consapevole, piena di magia, dolcezza, mistero, passionalità, sacralità. (Insomma, quando mi sento timida e insicura dovrei farmi il bagno col Sacré!) ;-)
Grazie per la tua ricerca e per la fine bellezza del tuo blog, un abbraccio.
Datura
Marika Vecchiattini ha detto…
Datura, cara, grazie per i complimenti, mi fai arrossire. Probabilmente Parfum Sacrè oggi è proprio così come lo avverti: leggermente modificato. Il naso non sbaglia: se una cosa che conosce bene ha un'etichetta, lui si aspetta di sentire esattamente quello che conosce, e se cambia anche solo un componente (che sia avvertibile anche da noi profani) il click non scatta, il ricordo, la sensazione, semplicemente non parte. Aggeggio meravigliosamente individualista il naso, vero? Ti abbraccio forte.

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